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Ischia, si lavora per l’iscrizione: il futuro riparte dal 4-3-3 e dal “patrimonio” ischitano

Ischia, si lavora per l’iscrizione: il futuro riparte dal 4-3-3 e dal “patrimonio” ischitano

Francesco Fiorillo | Dallo spauracchio alla rinascita. L’Ischia Calcio ci sarà. O almeno, è questa la sensazione che si respira in questi giorni sull’isola, dove il clima è tornato a farsi più sereno dopo settimane incerte, dense di timori, voci, trattative e silenzi.

Il club si sta muovendo con decisione per preparare tutta la documentazione necessaria in vista della partecipazione al prossimo campionato di Serie D: le società, come da regolamento, dovranno formalizzare l’iscrizione tra il 4 e il 10 luglio 2025 (entro le ore 17:00), pena l’esclusione. Una scadenza che fino a qualche settimana fa sembrava un’incognita, ma che ora sembra essere solo una formalità da adempiere. Il presidente Pino Taglialatela, nei giorni scorsi, era alla ricerca di nuova linfa per rafforzare l’organigramma societario e garantire all’isola una base solida da cui ripartire.

La risposta è arrivata. Secondo le ultime indiscrezioni, il patron Lello Carlino – già figura centrale del recente passato gialloblù – ha dato il proprio assenso per rientrare nel progetto a partire da gennaio 2026, ma nel frattempo ha confermato la propria disponibilità a “sostenere” l’Ischia fin da subito, per evitare che soggetti esterni possano acquisire la maggioranza del pacchetto societario.

Il cambio di rotta è evidente: l’obiettivo non è più la cessione del club, ma la costruzione di una rete di sponsor e partnership in grado di sostenere economicamente l’inizio della stagione e, al tempo stesso, garantire la continuità del progetto tecnico e gestionale. L’ipotesi di un passaggio di quote, tuttavia, non è esclusa del tutto, ma rinviata a un futuro in cui le condizioni saranno più favorevoli. Carlino, nonostante le difficoltà e i comunicati che nelle scorse settimane avevano lasciato intendere un disimpegno, ha dimostrato ancora una volta il proprio attaccamento ai colori gialloblù.

È lui, oggi, il perno attorno al quale ruota la nuova strategia societaria. Sul tavolo di Taglialatela ci sono due trattative differenti, che si sommano agli interventi già avviati da professionisti vicini al patron. Un lavoro dietro le quinte che sta portando i suoi frutti, restituendo serenità all’ambiente.

Archiviati, almeno per il momento, i fantasmi sul piano finanziario, il focus torna ora su quello sportivo. La priorità è costruire un organico competitivo, ma più sostenibile rispetto al passato. L’idea è quella di formare una rosa dinamica, con un’ossatura locale composta da 6 o 7 calciatori ischitani, che rappresentino al meglio l’identità della squadra e che fungano da collante tra campo e tifoseria. A questi si aggiungeranno 5 o 6 innesti di categoria, profili esperti in grado di alzare l’asticella e di guidare il gruppo in una stagione che si preannuncia intensa ma ricca di stimoli. Il modulo di riferimento dovrebbe essere il 4-3-3, già collaudato nelle scorse stagioni e ideale per sfruttare le dimensioni e le caratteristiche del Mazzella, storico fortino dell’Ischia. Una scelta non solo tattica, ma anche simbolica: si riparte da certezze tecniche per costruire una nuova identità.

Particolare attenzione sarà data alla crescita dei giovani e allo sviluppo della cantera locale, punto fermo del progetto tecnico. L’intenzione è chiara: disputare un buon campionato senza rincorrere sogni irrealistici, ma gettando basi solide per il futuro. In quest’ottica si valuta anche un possibile passaggio dal Girone H al Girone G, che comporterebbe un minore impatto economico e – secondo alcuni – un livello di competitività più gestibile. In un contesto così fluido e delicato, emerge un segnale forte. Un messaggio che vale più di mille conferenze stampa.

Il gruppo storico ischitano, quello che da anni segue e sostiene il club, avrebbe già dato piena disponibilità al presidente: “Ti aspetteremo fino all’ultimo minuto.” Una frase che racchiude tutto: fiducia, affetto, lealtà. In queste poche parole si cela il senso profondo del legame tra la squadra e la sua gente, tra un’isola che non molla e una maglia che è molto più di un simbolo sportivo. È un pezzo di identità, un frammento di cuore.

Il calcio, a Ischia, non è mai stato solo un gioco. È passione che si tramanda, è orgoglio comunitario, è lotta per esistere. E ora, dopo settimane di incertezze e dubbi, sembra essere tornata quella luce che in tanti aspettavano. L’Ischia Calcio ci sarà. Con una nuova consapevolezza, con più radici e meno illusioni, con il coraggio di ricostruire e la forza di chi non ha mai smesso di crederci.

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